Recensione: Il silenzio è mafia
IL SILENZIO É MAFIA
“Non abbiamo bisogno di parole”, è la canzone che la madre canta al figlio, di pochi mesi, Peppino Impastato, cullandolo tra le sue braccia.
Comincia così uno spettacolo sorprendente, magnifico e anche comico, pieno di emozioni: Il silenzio è mafia. Già dal titolo si capisce che è importante non rimanere in silenzio contro gli atti della mafia, perché se non ci si ribella contro essi, si è “MAFIOSI” come chi li commette.
Lo spettacolo, tenutosi la mattina del 30 gennaio a cui abbiamo partecipato noi ragazzi delle terze medie, rappresenta le storie di quattro personaggi che si sono opposti, in modi diversi, alla mafia ed alla corruzione: Peppino Impastato, Beppe Alfano, Ilaria Alpi e Attilio Manca sono eroi che non sono stati in silenzio e così sono andati contro la mafia e sono stati uccisi e il loro caso è stato semplicemente archiviato come “suicidio”, per mancanza di prove. Ma due mamme, quella di Peppino Impastato e quella di Attilio Manca, lottano per farli riaprire e per avere giustizia e verità sull’accaduto.
Lo spettacolo rappresenta alcuni momenti salienti della vita di Peppino: il legame mafioso che unisce il padre, Luigi Impastato, alla cosca mafiosa del cognato (marito di una sorella) Cesare Manzella; il dialogo interrogativo di Peppino con la madre Felicia, da cui si aspetta delle risposte; l’impegno civile all’interno della sua emittente radiofonica; il cruento omicidio che avviene nella penombra della scena lasciandone immaginare la crudeltà; la denuncia dolorosa della madre, impotente ma non rassegnata, di fronte alle autorità.
Lo spettacolo, però, va oltre perché immagina quali denunce avrebbe fatto “oggi” Peppino Impastato dalla sua “Radio Aut” e con quali persone avrebbe potuto relazionarsi. Quindi l’omicidio di Peppino Impastato è stato riambientato nel giorno del massacro del Teatro Bataclàn di Parigi per sottolineare il fatto che ogni tipo di terrorismo, sia quello di matrice mafiosa sia quello proveniente da qualsiasi altro gruppo di delinquenti, rappresenta una medesima minaccia alla nostra libertà e alla nostra democrazia.
Lo spettacolo vuole essere un momento di forte riflessione per noi giovani spettatori che, guardando in faccia la durezza di questo fenomeno che, come sosteneva Falcone: ”ha avuto un inizio ed avrà una fine”, possiamo trovare la forza di ribellarci. Ma perché ciò accada è necessaria la piena collaborazione di tutti e soprattutto un’attenta informazione. Bellissimo!
Catalina Bulancia, Naomi Cerquaglia, Mariachiara Pezzanera
Ogni singolo attore è riuscito a entrare nel suo personaggio (in realtà gli attori erano solo 3 ed ognuno aveva più parti nello spettacolo), anche se, a loro detta, non sia stata la cosa più semplice del mondo. Il momento che ho preferito è stato quando, per rompere il ghiaccio, uno degli attori è sceso dal palco, le luci si sono accese ed era iniziato un momento nel quale noi rivolgevamo alcune domande agli attori: di come è nato lo spettacolo o il loro gruppo. Io, essendo molto timida, non ho fatto domande. Ma mi sono divertita molto nel vedere la voglia di interagire anche con le prof.
Infine penso che lo spettacolo sia stato molto bello e anche gradevole da guardare, mi ha colpito la bravura degli attori.